Ognuno costruisce e conserva nella testa e nel cuore la sua personalissima storia del Rock. Questa è una delle tante: la mia.
domenica 26 maggio 2024
Noise
Margine
Miodesopsia
Del suoi tratto atlantico sprofondato
Che l’anima lo rincorre ingoiando muri
E ossa e carne di vestali a vana difesa del tempio
Se solo sapesse che il tempio è in rovina
E che i muri non hanno più crepe
E sono fresca maceria su cui latrano i cani
Eugenio dorme sul fianco sinistro
Il capo adagiato sul cuore
Il cuore sui frammenti di marmo
Se solo sapesse che il tempo
È scaduto da tempo
Se solo sapesse.
Risacca
Ma non so se ti conviene
Ascoltare
Puoi far finta di niente, alzare i tacchi
E andare
Presentarti nuda all’offertorio
Senza aver più nulla
Da dare
Dimenticarmi e ancor di più
Dimenticare
Marchiarmi a fuoco col timbro del passato
Grumo nero sulla schiuma
Del mare
Sono tutto o sono niente
Sono come
Ti pare
Ma non so se ti conviene
Ascoltare
Euritmica
È stormire di fronde
È nuvola ad imbuto
È luce intermitente sulle facciate
È dolore muto
È macchina ferma ed impolverata
È il tè delle cinque non consumato
È tempo veloce che ogni tanto frena
È sangue sui tetti
Andato in cancrena
Sospensione
E poi mi hai sorriso
Un secolo prima che il tempo
Si facesse d’ovatta
Pioggia che scende più nera
Il baco si è fatto materia
Si muove leggero
Fra matasse di sogni e di pane
Baco nel sonno dell’idolatria
Orecchie che non hanno sentito
Occhi che han visto
Pioggia nera cadere
Eclisse per immagini
Fra le camelie e i narcisi
Hai soffiato in direzione del mare
Lontano, oltre le croci di maggio
Verso il lembo d’Africa
Dove tutto è scarico e freddo
Come la cella di Chessman
Quando le mandorle bruciarono
Come il cuore di mia madre
Fermo sul monitor
Come il tempo che finisce
O non é ancora iniziato
Come me, come ero
Prima di esser nato
sabato 25 maggio 2024
D’oro il dardo
Ascolta, Dafne
Un’ultima volta ancora
Lo so, non vuoi più sentire
ed il troppo vedere ti procura sete ed affanni
Ma anche io, come te, ho vissuto per un tempo infinito
E le piaghe sono necrosi ormai
E le passioni, maschere spente
Siamo soli, Dafne
Ciascuno nel solco della propria indolenza
Ciascuno con la propria candela e l’inchiostro seccato
Spenti gli sguardi, ferme le mani
Il fantasma di un sorriso, Dafne
Lontanissimo e vago
La frazione di senso, Dafne
Angustia
Dita sporche di rimozione
Al taglio profondo avvezze
E dalla terra debole
A volar via leggere
Fanne ciò che vuoi
Senza contropartita
Sii esecutore o alabastraio
Aguzzino o pifferaio
Presente, passato
O le due cose insieme
Non c’è luna che non sappia
Luna che non conosca
La mia onda compressa
E la sua risacca
Falciami come se fossi grano
O se no dimenticami come sempre è stato.
Marcel
La nebulosa d’Occidente
Rosemonde, Albertine, Andrée
E chissà quante altre
Un unico abbraccio
Un’anima sola e mille facce
Indistinte e incompiute
Un’anima sola
Antica, distante
Raggi intrappolati
Nel morbido feltro
Luce d’ovatta
Tempo infinito
Weltanschauung
Sono scomparsi oltre l’orizzonte del cosmo
Lasciandoci nudi, insepolti e vivi
Ora che le nostre afflizioni ci hanno reso carnefici
E le nostre paure, assassini
Ora che è tardi per imparare ogni cosa
E sempre troppo presto per poterla insegnare
Ed il gusto è cambiato e l’olfatto pure
E la vista, l’udito ed ogni altro senso
Ora che tutto è accennato e nulla è compiuto
E le proteine iniziano a nascere in posti sbagliati
Ed i cani randagi a morire nei loro canili
Ora che il mondo ci ha messi da parte
Riservandoci un posto in penultima fila
Ora che tutto è finito e niente è iniziato
Ora che il viaggio ha il sapore di un treno mancato
Vorrei due nuove mani per stringere le mie vecchie mani
Due occhi nuovi per guardarmi allo specchio e sorridermi
E una canzone qualunque che si possa cantare
Con la bocca chiusa e rivolta al mare
venerdì 10 maggio 2013
Scrittura notturna
martedì 7 maggio 2013
Pezzi di vetro e la Vergine delle Rocce
lunedì 6 maggio 2013
Confessioni di un ex adolescente
Stanza 51 intervista Enzo Carella
Stanza 51 - Un giorno Battisti affermò che sarebbe riuscito a fare hit a getto continuo ma che era arrivato il momento di sperimentare direzioni musicali diverse dalle solite. L'impressione che ho di Enzo Carella é che da subito abbia voluto rinunciare alla hit a tutti i costi in favore di una soluzione dal taglio pop-aristocratico. Sbaglio?
Enzo Carella - No, non sbagli. Ho sempre fatto la musica che piaceva a me, magari sperando che il pubblico italiano si sarebbe evoluto.
Stanza 51 - Ieri sera, dopo molti anni, ho riascoltato Mare sopra e sotto e sono rimasto sorpreso dalla modernità del brano. Quanti e quali giovani musicisti di oggi pensi abbiano raccolto e fatto proprio quel messaggio musicale che lanciasti oltre trent'anni fa?
Enzo Carella - All'inizio forse è stato così, la gente non capiva quello che scriveva e non lo accettava. Ma a me, nonostante le pressioni della casa discografica, è sempre piaciuto e me lo sono tenuto stretto.
Stanza 51 - È facile riconoscere le influenze musicali di molti dei nostri cantautori classici. Quando invece penso alla discografia di Enzo Carella, stento a trovare riferimenti precisi. Ci sveli le tue fonti d'ispirazione?
Enzo Carella - Blues, rock, progressive, funky, jazz, latino, musica italiana.
Stanza 51 - Sono passati alcuni anni dal tuo ultimo lavoro in sala d'incisione. Cosa sta facendo in questo periodo Enzo Carella?
Enzo Carella - La passione per la musica non se ne andrà mai, perciò, per divertimento continuo a comporre canzoni anche se purtroppo i dischi non si possono fare più....Se sarà possibile cercherò di fare delle serate in tutta italia, sperando che ci sarà abbastanza gente che mi verrà a vedere.
Stanza 51 - Ho letto da qualche parte che consideri Jimi Hendrix un grandissimo artista ma che altrettanto non puoi dire di Bruce Springsteen. Premesso che condivido in pieno la tua affermazione, ci vuoi spiegare bene la differenza qualitativa che passa tra queste due stelle del rock?
Enzo Carella - Ho conosciuto la musica di Hendrix quando avevo 14 anni....Il suo modo unico di suonare la chitarra mi ha sconvolto la vita e le sue canzoni mi hanno fatto impazzire. Aveva uno stile personalissimo ed era un grande innovatore e sperimentatore. L'ho visto due volte dal vivo, nel '67 o '68 al teatro Brancacciodi Roma e nel 70 all'isola di Wight....Quando morì ero ancora a londra....Era il mio idolo. Springsteen non mi ha fatto nè caldo nè freddo. In musica, come in tutte le cose, è questione di gusti. Sicuramente sarà un grande artista ma non l'ho seguito per niente, lo conosco appena.
Stanza 51 - Dipingi ancora? Hai mai pensato alla realizzazione di un progetto multimediale che rappresenti in pieno la tua poliedricità?
Enzo Carella - Ho lasciato perdere i pennelli. Mi sporco tutto e rovino i muri di casa. Mi piace disegnare ogni tanto,ma finisce lì.
Stanza 51 - Cosa pensi dell'idea del sito Stanza 51 di ripercorrere la storia del Rock in tempo reale, giorno dopo giorno, come se oggi fossimo ancora agli inizi del 1967?
Enzo Carella - Quando si parla di rock c'è la mia totale approvazione. Mi sembra un'ottima idea.
Stanza 51 - Cosa si sente di dire oggi Enzo Carella ai suoi fans (che non saranno moltissimi ma sono senz'altro dei palati musicalmente fini)?
Enzo Carella - Come disse Carlo Verdone in uno dei suoi primi film,solo tre parole: "lov lov lov". CIAO!