venerdì 10 maggio 2013

Scrittura notturna

La scrittura notturna è la più maledetta tra le scritture. È quella che nasce dalla sconfitta, dalla rinuncia alla lotta. È una scrittura senza ali e senza catene, libera senza sapere dove andare. Non ha contenuti e non conosce percorsi. È uno strisciare nel buio, nel buio senza ostacoli. Un arrampicarsi sulla scala infinita dei propri disordini, delle proprie nefandezze o virtù.
Nasce per non essere letta e muore la notte stessa della sua nascita. La sua vita dura quanto quella del piccolo insetto acquatico simile alla libellula che si chiama effimera: un'ora e mezza, tutt'al più. Poi annega trascinando con sè il nulla, povera tenebra immota e bagnata senza speranza di riemersione.
Puoi forse incontrarla in un momento di solitudine e fartela scivolare addosso come uno di quei pensieri dai contorni indefiniti che talvolta ti sfiorano senza lasciare traccia né voglia di riprenderli, quei pensieri che non hanno priorità alcuna nella scala dei tuoi interessi, come le strade senza nome o i prodotti senza marca.
La scrittura notturna non ha la forza per restare attaccata a nessuna memoria. È un viaggio continuo senza sosta e senza meta. 
E così, prima ancora che quei flash siano un vero ricordo, hai già scritto del bambino che vide il palloncino rosso sfuggirgli di mano e attaccarsi al soffitto di una stanza senza sedie, senza mobili, con le pareti bianche bene in vista. Hai già scritto di come rimase a guardarlo col naso all'insù per un tempo silenzioso e lunghissimo, mentre la radio a transistor con le sue pile scariche gracchiava la canzone delle scarpe nuove di vernice ed il cielo era verde dietro i vetri della finestra, i lampioni giù in strada tardavano ad accendersi e sua madre lo chiamava dall'altra parte della casa e la voce faceva un effetto strano, come di palla di cannone, perché la casa era vuota e disabitata e qualcuno voleva venderla a tutti i costi.  
Perché non fu mai sua? Perché il palloncino non voleva saperne di scendere da quel ricovero innaturale? 
È ancora lì?

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